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al testo di Salvatore Solinas
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Cade Il tempo non è Giace increato E con lui si avvera Al fondo dell’abisso Funereo lurido risucchio Lo spazio nero dove Lumeggiano vuoti lampi. Lui cade Incrostato di liquidi cristalli Concerto dissonante Ossessivo ritmo percosso Su fondi di pentolame fesso. Precipita Il silenzio non ha limite Appeso al cappio di feroci incubi Percosso da irrefrenabili brividi Come corpo che vomita a fatica L’anima nera Come nera farfalla che a fatica Infrange il bozzolo. Nel buio di morte appeso Le mani aperte da ferite Può risorgere ancora. Cade Ha del cadavere tutto l’aspetto Eppure certamente è vivo Si accende si spegne Lasciando un fumo freddo Che subito è disperso nello spazio Spazio da lui creato soffiando Nella policroma sfera di fusioni Più che buoni matrimoni Di atomi e di stelle disperse. Cade Stella spenta avvolta nel sudario Bianco e nero di ghiaccio. Oboe, piatti, grancassa Burattini vestiti da musici Di satanica banda Lo accompagnano all’ultimo letto E’ l’alba La prima luce del mondo
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